✅ Introduzione
Il sughero sardo è una delle eccellenze naturali del Mediterraneo. La sua lavorazione è il risultato di una lunga tradizione artigianale che unisce manualità, esperienza e rispetto per l’ambiente. Ma come nasce un tappo in sughero?
In questo articolo ti guidiamo attraverso il viaggio del sughero, dalla raccolta della corteccia fino al prodotto finito.
🌳 La raccolta della corteccia
Il processo inizia nei boschi di quercia da sughero (Quercus suber) della Sardegna. La raccolta avviene ogni 9–12 anni, in estate, con strumenti manuali e solo da alberi maturi, per non danneggiare la pianta.
🌞 La stagionatura all’aria aperta
Dopo la raccolta, le cortecce vengono impilate e lasciate stagionare naturalmente all’aria per almeno 6 mesi. Questo processo:
- Stabilizza il materiale
- Permette di eliminare umidità e impurità
- Prepara il sughero alla lavorazione
♨️ Bollitura e pressatura
Una volta stagionato, il sughero viene bollito in vasche d’acqua calda per aumentarne l’elasticità e facilitarne la lavorazione. Dopo l’asciugatura, le plance vengono:
- Pressate e livellate
- Classificate per qualità e destinazione (naturale, tecnico, agglomerato)
🔩 Taglio e produzione del tappo
Le plance migliori vengono forate meccanicamente o tagliate per ottenere i tappi naturali, mentre i residui vengono macinati per creare i tappi tecnici e agglomerati.
A seguire:
- Rifinitura e levigatura
- Sterilizzazione
- Controllo qualità
- Personalizzazione (marchiatura o incisione)
Un prodotto 100% Made in Sardegna
Il sughero sardo è rinomato per la sua alta densità e struttura omogenea, ideale per garantire:
- Ottima tenuta
- Micro-ossigenazione controllata
- Longevità del vino
🔚 Conclusione
Ogni tappo in sughero racchiude il valore del lavoro artigiano, del tempo e della natura.
Scegliere un tappo sardo significa sostenere un’economia locale, rispettosa dell’ambiente e orientata alla qualità.